A volte, la contraccezione d’emergenza può essere una vera salvezza!

Rappresenta, infatti, una risorsa importante per molte persone che hanno avuto un rapporto non protetto o un problema con il metodo contraccettivo (preservativo rotto o una pillola estroprogestinica dimenticata).

Quella che conosciamo con il nome di “pillola del giorno dopo” è studiata e pensata per ridurre in maniera significativa il rischio di gravidanza, se assunta entro poche ore o giorni dal rapporto.

Sappiamo, però, che non sempre la sua efficacia è garantita al 100%.

Oltre al fattore tempo, che cosa può compromettere l’efficacia della contraccezione di emergenza?

Uno degli aspetti meno conosciuti o forse anche poco considerati è l’interazione con altri farmaci: farmaci diversi assunti contemporaneamente possono interferire l'uno con l’altro, riducendo o amplificando l’effetto originale.

Nel caso della pillola del giorno dopo, ci possono essere alcuni medicinali in grado di ridurre l’effetto dei principi attivi contenuti nella stessa, rendendola meno efficace o, in casi estremi, quasi inutile.

L’unico modo per evitare tale rischio è conoscere possibili interazioni, che esploriamo in questo articolo.

Quali farmaci interferiscono con la CE?

I farmaci che possono avere un impatto sulla contraccezione d’emergenza sono fortunatamente pochi.

Tra quelli su cui porre attenzione, troviamo:

  • Antiepilettici: farmaci come fenitoina, carbamazepina, barbiturici e primidone sono noti per accelerare il metabolismo di numerosi ormoni, tra cui quelli presenti nelle pillole contraccettive e in alcune formulazioni della contraccezione d’emergenza. La loro assunzione, perciò, compromette in modo importante il funzionamento della pillola del giorno dopo.
  • Alcuni antibiotici: non tutti gli antibiotici riducono l’efficacia della pillola del giorno dopo. Quelli che possono creare problemi appartengono soprattutto alla categoria della rifampicina e della rifabutina, utilizzati in particolari infezioni come la tubercolosi. Gli antibiotici di uso comune, come amoxicillina, ampicillina o azitromicina non alterano significativamente l’efficacia della contraccezione d’emergenza.
  • Antiretrovirali: alcune terapie utilizzate per il trattamento dell’HIV o di altre infezioni virali possono interagire con i principi attivi ormonali, alterandone i livelli nel sangue.
  • Fitoterapici: i fitoterapici sono spesso poco considerati, ma costituiscono in realtà dei trattamenti a tutti gli effetti. Un esempio spesso sottovalutato è l’iperico (o erba di San Giovanni). Si tratta di un principio attivo che viene usato per trattare lievi forme di depressione o ansia. Anche questo, come gli antiepilettici, accelera il metabolismo epatico degli ormoni e ne riduce quindi l’efficacia.

Tutti questi farmaci, pur avendo finalità terapeutiche differenti, hanno dunque in comune la capacità di interferire con i sistemi enzimatici del fegato che regolano la disponibilità dei principi attivi presenti nella contraccezione di emergenza.

Ma cosa succede realmente? Come fanno ad interferire sull’efficacia?

Per capirlo al meglio dobbiamo fare un passo indietro e, quindi, ricordarci come funziona la pillola del giorno dopo.

Ribadiamo intanto un concetto fondamentale: la contraccezione d’emergenza agisce ritardando o impedendo l’ovulazione.

I principi attivi più diffusi sono due: levonorgestrel (pillola del giorno dopo tradizionale) e ulipristal acetato (pillola del giorno dopo nuova o dei 5 giorni dopo). Entrambi richiedono di raggiungere concentrazioni adeguate nel sangue per esercitare la loro azione in modo tempestivo.

Quando nasce il problema? Quando altri farmaci accelerano l’attività degli enzimi epatici responsabili della metabolizzazione (e quindi dell’eliminazione) dei principi attivi ormonali.

In pratica, il fegato smaltisce troppo rapidamente il farmaco riducendo la concentrazione nel sangue.

Se, però, i livelli del principio attivo presenti nel plasma si abbassano troppo, la pillola del giorno dopo non riesce a bloccare l’ovulazione e, di conseguenza, il rischio di gravidanza non desiderata aumenta.

Questa interazione è particolarmente significativa con i farmaci cosiddetti “induttori enzimatici” (antiepilettici, rifampicina, iperico): il risultato è una riduzione della durata e dell’intensità dell’effetto contraccettivo.

Cosa fare in caso di assunzione contemporanea

Assunzione in contemporanea

Se una persona sa di assumere uno di questi farmaci, è importante seguire il consiglio del/la ginecolog* circa l’assunzione della contraccezione d’emergenza.

La valutazione del medico su un caso specifico è sempre di gran lunga da preferire rispetto a regole generali.

Inoltre, alcuni principi di base da tenere in considerazione possono essere questi:

  • Valutare come prima alternativa il Dispositivo intrauterino al rame (IUD): è considerato un metodo di contraccezione d’emergenza efficace e non risente delle interazioni farmacologiche. Può essere inserito entro 5 giorni dal rapporto a rischio e garantisce una protezione immediata e duratura.
  • Se lo IUD non è un'opzione possibile, le linee guida ammettono l’ulipristal acetato (UPA) 30 mg, ma sottolineano che l’efficacia è incerta in una condizione di possibili interazioni farmacologiche.
  • C’è poi da ricordare, come nota aggiunta, che ulipristal acetato ha un’interazione particolare con i progestinici: dopo UPA bisogna rimandare l’inizio/ripresa di contraccettivi ormonali contenenti progestinico (pillola, anello, cerotto, ecc.) per 5 giorni, perché l’UPA è un modulatore del recettore del progesterone e può antagonizzare i progestinici stessi.

La cosa più sensata, quindi, in caso di dimenticanza della contraccezione regolare, è assumere ulipristal acetato con l’accortezza, però, di usare un metodo barriera come protezione per i giorni a seguire fino all’arrivo del ciclo mestruale. A questo punto si può riprendere la contraccezione ormonale.

Un ulteriore suggerimento: a volte, per non perdere il ritmo consueto, può risultare utile assumere la contraccezione ormonale come se non fosse accaduta la dimenticanza, ricordando, tuttavia, che nei primi giorni la stessa viene resa inefficace dalla contraccezione di emergenza ed è quindi necessario ricorrere ad altre forme di protezione.

La scelta migliore dipende comunque sempre dal contesto specifico come il tipo di farmaco assunto, il tempo trascorso dal rapporto a rischio o la possibilità di accesso ad un consultorio familiare o ad un* ginecolog* di riferimento.

L’importanza di un punto di riferimento: ginecolog* e ostetrica

Le informazioni e le ricerche che possiamo trovare online sono indubbiamente importanti, ma ci espongono al rischio di finire in pagine di disinformazione, con notizie non certificate o infondate.

Spesso, tra l’altro, quando si deve scegliere se assumere la contraccezione di emergenza e, soprattutto, quale tipo, si viene assaliti da una serie di dubbi, paure o perplessità.

Per questo motivo, il confronto con un* professionista della salute rappresenta sempre e comunque uno step valido ed importantissimo anche solo per verificare assieme le informazioni trovate online.

Ginecolog* ed ostetric* possono fornire indicazioni maggiormente personalizzate ed adeguate, valutando, caso per caso, quale sia la soluzione più efficace e sicura e, magari, possono aiutare a pensare, più a lungo termine, a una forma di contraccezione ormonale più regolare e continuativa.

Ma anche l* medic* di base e l* farmacist* diventano validi punti di riferimento per valutare le interazioni farmacologiche tra la pillola del giorno dopo ed altri farmaci che si stanno assumendo.

La contraccezione d’emergenza è, e rimane, uno strumento prezioso e sicuro che deve comunque essere utilizzato in modo consapevole e tempestivo.

Grazie a questo articolo abbiamo compreso che sapere che alcuni farmaci possono ridurre l’efficacia è un’informazione che ogni persona dovrebbe avere a disposizione, non per creare ansia, ma per fare scelte informate e corrette.

Per ogni dubbio, quindi, il personale sanitario rimane sempre una certezza ed un punto riferimento.

Conoscere per prevenire, questo è il messaggio di base: essere informati permette di ridurre i rischi, affrontare con maggiore sicurezza le emergenze e fare scelte adeguate.

articolo a cura di

Riccardo Federle

Ostetrico

Dott riccardo federle

Ostetrico e referente per il rischio clinico presso l’Ospedale Pederzoli di Peschiera del Garda, è presidente dell’associazione “La Lampada delle Scienze” e collabora con Ciaopeople per la divulgazione scientifica in ambito gravidanza.