Cominciamo chiarendo subito l’aspetto più importante: la contraccezione d'emergenza, pillola del giorno dopo e dei 5 giorni dopo, non sono pillole abortive.

Il loro scopo è evitare una gravidanza dopo un rapporto a rischio; la RU486, invece, agisce interrompendo una gravidanza già in corso.

Sono due percorsi diversi, con tempi, farmaci e regole diverse.

Quando parliamo di “rapporto a rischio”

Succede più spesso di quanto si pensi: preservativo rotto, pillola dimenticata o assunta male, distacco del cerotto, fallimento dei metodi naturali; a volte, purtroppo, violenza o abuso.

In queste situazioni la contraccezione di emergenza è lo strumento che tutela la salute riproduttiva della donna.

Si chiama “d’emergenza” proprio perché non va usata come metodo abituale o “dopo ogni rapporto”, ma quando qualcosa è andato storto.

Non è un aborto: come funziona davvero la contraccezione di emergenza

Le opzioni oggi disponibili in Italia sono due:

  1. ulipristal acetato (nota come “pillola dei 5 giorni dopo”)
  2. levonorgestrel (la tradizionale “pillola del giorno dopo”).

Tutte puntano a impedire o ritardare l’ovulazione o a rendere più difficile l’incontro tra ovulo e spermatozoi; di conseguenza, se la gravidanza è già in corso, non la interrompono.

In termini di numeri, la riduzione del rischio di gravidanza va circa dal 75% al 99%, a seconda del metodo e soprattutto di quanto presto si interviene.

La “pillola dei 5 giorni dopo”: ulipristal acetato

Ulipristal acetato

La pillola a base di ulipristal acetato ritarda l’ovulazione. Funziona fino a 120 ore dal rapporto, ma l’efficacia è massima quanto prima la si assume (idealmente entro 12–24 ore).

In media, su 100 donne che lo prendono, circa 2 possono comunque restare incinte; se assunta subito, l’efficacia è intorno al 95-98%.

Ricorda però di non associarla ad una pillola a base di levonorgestrel nella stessa emergenza, perché l’interazione può ridurre l’efficacia.

Gli effetti indesiderati più frequenti sono nausea, mal di pancia, vomito e mal di testa. Il ciclo successivo all’assunzione potrebbe tornare prima o in ritardo. Se ritarda più di 7 giorni è bene fare un test di gravidanza.

In Italia si acquista senza ricetta a qualsiasi età (AIFA, 8 ottobre 2020) con consegna di un foglio informativo per favorire un uso corretto.

La “pillola del giorno dopo”: levonorgestrel

La pillola a base di levonorgestrel funziona allo stesso modo: blocca o ritarda l’ovulazione, rendendo più difficile il passaggio degli spermatozoi verso utero e tube.

È tanto più efficace quanto prima lo si assume: entro 12 ore raggiunge circa il 99,5% di efficacia; se si arriva a 72 ore, scende fino a circa il 58%.

Se il processo ovulatorio è già partito o l’impianto è avvenuto, non ha effetto e non danneggia l’embrione.

Gli effetti più comuni includono nausea, stanchezza, dolore addominale, diarrea e possibili variazioni del ciclo (flusso più abbondante, spotting, ritardo o anticipo).

In farmacia si acquista senza ricetta dai 18 anni; per le minorenni serve ricetta non ripetibile. Anche qui, nessuna protezione dalle IST.

Una precisazione importante: la contraccezione di emergenza non compromette la fertilità futura.

Se in seguito avvengono nuovi rapporti non protetti, non offre copertura: serve un metodo contraccettivo adeguato.

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La pillola del giorno dopo

E se la gravidanza è già iniziata? RU486 ( mifepristone) e aborto farmacologico

Qui cambia tutto. L’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) con RU486 (mifepristone) non è contraccezione di emergenza. È un percorso clinico per interrompere una gravidanza in atto. Si effettua solo in ospedale o negli ambulatori attrezzati.

Il protocollo prevede l’assunzione di mifepristone seguito, dopo 36-48 ore, da una prostaglandina (ad esempio misoprostolo).

L’efficacia si attesta intorno al 95%; i fallimenti (1,3-7,5%) possono richiedere di effettuare lo stesso intervento che si fa per l’aborto chirurgico.

È obbligatoria una visita di controllo dopo 14 e 21 giorni per verificare l’espulsione completa. È questo un buon momento per pensare alla contraccezione successiva!

La presenza di un sanguinamento (quasi sempre presente e può durare circa 12 giorni), non prova da solo che tutto sia concluso, per cui il controllo va sempre eseguito.

In Italia, l’IVG è regolata dalla Legge 194/78, che la consente entro i primi 90 giorni per scelta della donna, motivi di salute, economici, sociali o familiari.

Dal 2020 (delibera AIFA) la RU486 si può utilizzare fino a 63 giorni dal concepimento (9 settimane), anche in ambulatori pubblici attrezzati, consultori o in day hospital, con collegamento funzionale all’ospedale.

Non si utilizza senza gravidanza confermata (ecografia o test di laboratorio), né oltre i 63 giorni di amenorrea, né in caso di gravidanza extrauterina.

Gli effetti più frequenti sono sanguinamento e contrazioni uterine; più raramente infezioni, nausea, vomito o diarrea.

Il meccanismo è diverso da quello della contraccezione d’emergenza: il mifepristone blocca il progesterone, interrompendo la gravidanza e rendendo l’utero non idoneo a proseguire; la prostaglandina induce le contrazioni che portano all’espulsione.

Cosa tenere a mente in caso d’emergenza

In situazioni d’emergenza il tempo conta: prima si interviene, meglio funziona.

L’ulipristal copre fino a 120 ore ed è molto affidabile se assunta prima possibile, il levonorgestrel è utile entro 72 ore, con massima efficacia nelle prime 12.

Pillola del giorno dopo e pillola dei 5 giorni dopo servono a prevenire una gravidanza dopo un rapporto a rischio: non sono pillole abortive.

Quando la gravidanza è già iniziata, entra in gioco un altro percorso, l’aborto farmacologico con RU-486, con regole, tempi e controlli dedicati.

Ricorda, infine, che nessuno di questi metodi protegge dalle infezioni sessualmente trasmissibili: per quello serve il profilattico.

In caso di dubbi, i riferimenti sono medico di base, ginecolog*, consultorio e farmacista.

Informarsi bene - e in fretta, quando serve - fa la differenza.

articolo a cura di

Manuela Farris

Ginecologa

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Specialista in ostetricia e ginecologia e fellow in ginecologia dell'infanzia e dell'adolescenza. Dottore di ricerca in psiconeuroendocrinologia della riproduzione e sessualità umana.