- Introduzione Introduzione
- Il desiderio sessuale non è un impulso Il desiderio sessuale non è un impulso
- L’influenza degli ormoni nella regolazione del desiderio L’influenza degli ormoni nella regolazione del desiderio
- Il corpo parla e il dolore non va ignorato Il corpo parla e il dolore non va ignorato
- Desiderio per il sesso o sesso desiderabile? L’importanza del contesto Desiderio per il sesso o sesso desiderabile? L’importanza del contesto
È normale non avere voglia di fare sesso? Certo che sì, ma nel sesso come in tante altre situazioni, spesso i pregiudizi di genere prendono il sopravvento.
Nella narrazione comune, il desiderio sessuale viene descritto come una sorta di scossa improvvisa, dove basta uno sguardo incrociato con qualcuno che consideriamo attraente, o una notte passata accanto al partner, per scaturire un pensiero eccitante che accende la voglia di fare sesso.
Ed è così che tendiamo a immaginarlo: un impulso spontaneo, naturale e immediato.
Per alcuni, di fatto lo è, si chiama desiderio spontaneo. Solo che quasi sempre, viene considerato la norma e l’unico metro di misura per valutare una sessualità sana.
Tuttavia, per molte persone, il desiderio non si manifesta all'improvviso, piuttosto si risveglia gradualmente, in risposta a un contesto, non necessariamente fisico.
A volte, è sufficiente un’atmosfera intima, il tocco di una mano o vedere il/la partner prendersi cura della prole, per accendere quella voglia.
Questo è noto come desiderio responsivo, una modalità altrettanto valida, ma spesso fraintesa, poiché chi vive il desiderio in questo modo viene troppo spesso etichettato come persona con bassa o poca libido.
Quando si parla di desiderio sessuale femminile è facile cadere in questo luogo comune: se non si manifesta in modo immediato, frequente o spontaneo, si tende a definirlo come assente o insufficiente.
Ma si tratta di una semplificazione, che non tiene conto della complessità del desiderio umano, che è tutt’altro che lineare e si modula attraverso fattori fisici, emotivi e relazionali.
Non è che le donne hanno meno voglia di fare sesso: spesso, il loro desiderio segue una strada diversa rispetto a quello che si è abituati a credere!
Fatta questa premessa, in questo articolo esploreremo come il desiderio femminile può mutare nel tempo, come un’evoluzione naturale da ascoltare e accogliere.
Parleremo di come superare il mito del “calo del desiderio” e di come stiamo, finalmente, declassando vecchi concetti per lasciare spazio a una comprensione più ampia e liberatoria, che restituisce fiducia e pienezza alla sfera sessuale.
Il desiderio sessuale non è un impulso
Nel 2001, Rosemary Basson rivoluzionò il modo di comprendere il desiderio sessuale femminile, proponendo un modello ciclico della risposta sessuale.
Il suo approccio sottolinea che per molte donne il desiderio sessuale non è un impulso spontaneo, ma una risposta che emerge da un intreccio di fattori emotivi, relazionali e situazionali.
Sempre secondo Basson, la motivazione a intraprendere un rapporto sessuale è spesso guidata da obiettivi più ampi, non per forza legati al piacere fisico.
Ad esempio, il desiderio di rafforzare il legame con il partner, mantenere l’armonia nella relazione, soddisfare un bisogno di intimità emotiva o sentirsi desiderate e apprezzate.
Questa visione aiuta a sfatare il mito che il desiderio sessuale sia sempre una sorta di “scossa improvvisa”.
In realtà, non è un fulmine che ti colpisce dal nulla, ma è più come un fuoco che va acceso con il giusto mix di emozioni, stimoli e contesto.
Non è quindi una questione di “bassa libido” o disinteresse, come spesso siamo abituati a credere, ma di un funzionamento diverso.
Spoiler: questo non vale solo per le donne! Anche molti uomini, se ci pensano bene, potrebbero riconoscere momenti in cui il desiderio non è scattato all'istante.
Adesso che sappiamo che il desiderio non è un bottone “on/off”, ma piuttosto una danza, esploriamo i fattori che influenzano questa dinamica.
Scopriamo ciò che può accendere o modulare il desiderio: dalle emozioni alle relazioni, dal contesto ai segnali che arrivano dal nostro corpo, come gli ormoni o l’impatto del dolore durante i rapporti sessuali.
L’influenza degli ormoni nella regolazione del desiderio
Gli ormoni sono come dei piccoli messaggeri interni che corrono tra corpo e cervello portando informazioni che influenzano anche il desiderio sessuale.
Un esempio? Il testosterone, spesso definito “l’ormone del desiderio”, è presente in quantità maggiori negli uomini ed è uno dei responsabili della spinta erotica.
Nelle donne non esistono solo i livelli di testosterone, bisogna considerare anche il progesterone, ormone che segue delle oscillazioni in base al ciclo mestruale: sale dopo l’ovulazione, facendo scendere con sé anche la voglia di intimità.
Gli ormoni lavorano un po’ come un direttore d’orchestra che regola l’intensità del desiderio, ma il risultato finale dipende da come tutti gli “strumenti” del corpo e della mente suonano insieme.
Anche il cervello gioca un ruolo chiave: l’ipotalamo e il sistema limbico sono le aree coinvolte e che in qualche modo “regolano” il desiderio sessuale, ma sono responsabili anche del controllo della fame, della sete e del ciclo del sonno.
Spoiler: non è un caso se si parla di “appetito sessuale”, è tutto connesso!
Inoltre, il sistema limbico è legato ai centri del piacere, del dolore e dell’olfatto, raccogliendo e memorizzando le esperienze vissute.
Questo significa che una brutta esperienza o un ricordo piacevole possono influire sulla voglia sessuale, aumentandola o diminuendola.
Ma attenzione: il desiderio sessuale non è solo una questione di ormoni, è molto di più. Cambia da persona a persona o può trasformarsi nel corso del tempo.
Fattori come le emozioni, le fantasie erotiche, le varie fasi della vita, ad esempio la nascita di un figlio, possono influenzare la voglia di fare sesso!
Insomma, il desiderio è un mix unico e in continua evoluzione, fatto di corpo, mente ed esperienza, tutte in dialogo tra loro per creare qualcosa di profondamente personale.
Il corpo parla e il dolore non va ignorato
A volte, il desiderio sessuale può diminuire o cambiare a causa di esperienze negative legate al corpo e alla sessualità.
Il dolore durante o dopo i rapporti sessuali è troppo spesso sottovalutato, nonostante il suo impatto sul benessere sessuale delle donne.
Condizioni come la dispareunia (dolore durante il rapporto), cistiti ricorrenti, vaginiti, infezioni pelviche o secchezza vaginale non devono mai essere normalizzate o accettate come inevitabili.
Il dolore non è mai normale durante il sesso, e ignorarlo rischia di far sentire le donne in colpa o inadeguate, quando invece la sua origine va indagata con attenzione.
Dott.ssa Giulia GrechiIn questo caso è bene rivolgersi a ginecologi con una formazione anche in sessuologia, per trovare una terapia personalizzata e olistica che affronti non solo i sintomi, ma anche il benessere emotivo e relazionale.
Non avere voglia di fare sesso può capitare ed è assolutamente normale. Sentire dolore, invece, non lo è mai!
Non va ignorato, ma compreso e curato per recuperare serenità e piacere nella propria vita sessuale.
Desiderio per il sesso o sesso desiderabile? L’importanza del contesto
Il desiderio sessuale è, spesso, percepito come il problema principale per cui le coppie si rivolgono alla consulenza sessuale, ma di fatto non è il cuore della questione.
Non si tratta di avere troppo poco desiderio: il punto cruciale è il modo in cui le differenze tra i partner vengono vissute e affrontate.
Quando uno dei due considera il proprio desiderio più “giusto” rispetto a quello dell’altro, il problema non è più il desiderio in sé, ma le aspettative e il contesto che lo circondano.
Per ricostruire un’intimità autentica, e ritrovare quella voglia di stare insieme, a volte è utile mettere da parte il sesso per un periodo. Sì, hai capito bene!
Non per evitarlo, ma per rimuovere ogni pressione o aspettativa e creare uno spazio in cui i partner possano riscoprire cosa significa davvero connettersi.
Questo è il momento per ascoltare, capire cosa si desidera, esplorare il proprio corpo in autonomia con l’autoerotismo e in coppia con esercizi come la focalizzazione sensoriale, e comunicare apertamente con il partner, su ciò che si desidera e su ciò che proprio non ci piace, senza paura di sentirsi giudicate o inadeguate.
Il desiderio può diminuire anche quando il sesso non appaga, non connette o non rispecchia ciò che vogliamo davvero.
Per questo è fondamentale trovare il coraggio di esprimere i propri desideri, liberarsi dagli script imposti e costruire un'intimità che sia davvero personale e condivisa.
Non si tratta di numeri, tecniche o performance: un sesso straordinario nasce dalla fiducia, dalla connessione e dal piacere autentico.
Questo è anche il messaggio chiave dell’approccio europeo al desiderio sessuale.
La European for sexual medicine invita a spostare l’attenzione dal desiderio in sé, come motore per un’attività sessuale e concentrarsi piuttosto su ciò che crea le basi per una sessualità appagante.
Il desiderio non è il propulsore del buon sesso: è il contesto che lo fa nascere.
Sicurezza, complicità, piacere e una visione divertente e sensuale sono le vere scintille che rendono il sesso non solo qualcosa che si desidera, ma qualcosa che vale la pena desiderare.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Giulia Grechi.
Giulia Grechi
Consulente Sessuale
Giulia Grechi Dottoressa in Riabilitazione Psichiatrica, presso la facoltà di medicina e psicologia La Sapienza, con specializzazione in Consulenza Sessuale conseguita a la Scuola di Sessuologia e Psicologia Applicata. Esperta in educazione sessuale, mi dedico a fornire informazioni e strumenti per promuovere una maggiore consapevolezza e benessere sessuale, con un approccio empatico e scientifico.