- Introduzione Introduzione
- Quando e perché fare la visita ginecologica Quando e perché fare la visita ginecologica
- Le fasi della visita, passo dopo passo Le fasi della visita, passo dopo passo
- Cosa aspettarsi e come prepararsi Cosa aspettarsi e come prepararsi
- Confidenzialità e rispetto Confidenzialità e rispetto
- Una nota sulla contraccezione (e sugli imprevisti) Una nota sulla contraccezione (e sugli imprevisti)
- Conoscersi è il primo passo per sentirsi bene Conoscersi è il primo passo per sentirsi bene
La prima visita ginecologica può mettere un po’ d’ansia ed è del tutto comprensibile.
È una novità: si parla di corpo, ciclo, sessualità — temi che non sempre affrontiamo con leggerezza, soprattutto con una persona che non conosciamo.
Ma chiariamo subito una cosa: non è un esame da superare, e non deve mai essere imbarazzante o dolorosa.
È un colloquio di salute, in cui tu porti le tue domande e il/la professionista ti ascolta, ti accompagna e si muove solo con il tuo consenso.
Quando e perché fare la visita ginecologica
Molte persone sono ancora convinte che per andare dal ginecolog* serva “avere un problema”. Ovviamente, non è così.
Una prima visita può essere utile già in adolescenza, per capire meglio come funziona il ciclo, parlare di contraccezione, dolore mestruale o semplicemente per conoscersi un po’ di più.
Se sei sessualmente attivə, è l’occasione giusta per informarti su metodi contraccettivi affidabili e sui percorsi di screening del collo dell’utero, che variano secondo età e territorio.
In sintesi: si va per prevenire, conoscere, scegliere, non solo per “curare”.
Le fasi della visita ginecologica, passo dopo passo
Accoglienza e consenso
Si inizia con una chiacchierata tranquilla: il motivo della visita, le tue abitudini, le tue preferenze. Puoi chiedere la presenza di una persona di fiducia o di un* chaperone, se ti fa sentire più a tuo agio.
Ogni procedura viene spiegata prima e si procede solo se tu sei d’accordo.
Anamnesi (le domande)
Si raccolgono informazioni su ciclo (durata, dolore, regolarità), eventuali sintomi, malattie o interventi, farmaci e allergie, storia familiare, vita sessuale (sempre con rispetto e riservatezza), uso di contraccettivi, eventuali episodi di violenza o dolore nei rapporti.
Non è curiosità: sono dati che guidano una cura su misura.
Esame obiettivo
Di solito comprende un’osservazione dell’addome e dei genitali esterni. Se indicato, si passa all’esame interno:
- Speculum (uno strumento che apre delicatamente la vagina) per visualizzare il collo dell’utero ed eventualmente eseguire prelievi (Pap test/HPV test, tamponi). Può dare fastidio, ma non dovrebbe far male: lubrificante, delicatezza e pause aiutano.
- Esame bimanuale, con il dito in vagina e una mano sull’addome, per valutare utero e ovaie (dimensioni, mobilità, eventuale dolore).
Ecografia, quando serve
Non è obbligatoria in ogni visita. Può essere transvaginale (con sonda sottile, coperta da una protezione) oppure transaddominale (sull’addome con gel). La scelta dipende da età, attività sessuale, sintomi e quesito clinico.
Serve per vedere utero e ovaie, controllare l’endometrio, escludere cisti o altri problemi, o monitorare una gravidanza.
Dopo la visita
Si riordinano le informazioni, si risponde alle tue domande, si propone (se utile) un piano: controlli, eventuali esami, una contraccezione adatta, consigli pratici su dolore, ciclo, sessualità.
Nessuna decisione ti viene “imposta”: si sceglie insieme.
Cosa aspettarsi e come prepararsi
Non esiste “la preparazione perfetta”. Un’igiene quotidiana normale basta. Porta, se puoi, il calendario del ciclo, eventuali referti e l’elenco dei farmaci. Indossa qualcosa di comodo.
La visita si può fare anche con il ciclo, ma per prelievi di screening è spesso preferibile evitare i giorni di flusso abbondante.
E soprattutto: non avere paura di parlare. Se qualcosa ti mette a disagio, dillo. Se vuoi una pausa, chiedila. Il tuo benessere viene prima di tutto.
Se pensi di dover fare un Pap test o un tampone, evita lavande interne/ovuli e rapporti vaginali nelle 24 ore precedenti.
Dott.ssa Manuela FarrisConfidenzialità e rispetto
La visita ginecologica avviene nel pieno rispetto della privacy: dati e colloqui sono riservati.
Hai diritto a capire, a dire sì o no a ogni procedura, a chiedere la presenza di un’assistente, a esprimere preferenze sul/la professionista quando possibile.
Nessun giudizio su corpo, orientamento sessuale , identità di genere , scelte contraccettive. Consenso e dignità non sono dettagli: sono la base del rapporto di cura.
Una nota sulla contraccezione (e sugli imprevisti)
La visita è il posto giusto per parlare di metodi contraccettivi in modo realistico: preservativo, pillola, anello, cerotto, impianto sottocutaneo, dispositivi intrauterini ( la cosiddetta spirale) metodi naturali - si valutano benefici, limiti e compatibilità con la tua vita.
Se capita un rapporto a rischio (preservativo rotto, pillola dimenticata, rapporto non protetto), ricorda che esiste la contraccezione d’emergenza: non è abortiva e va considerata tempestivamente parlando con ginecolog*, consultorio o farmacista.
Contraccezione
Pillola del giorno dopo e pillola abortiva: facciamo chiarezza
Conoscersi è il primo passo per sentirsi bene
La visita ginecologica non è una “punizione” né un rito di passaggio imbarazzante. È cura di sé: conoscenza del proprio corpo, prevenzione, scelte informate.
Andarci prima di avere un problema aiuta a stare meglio dopo. Scegli una/un professionista di fiducia, porta con te le tue domande e pretendi rispetto.
È il tuo corpo: tu decidi, noi accompagniamo.
Manuela Farris
Ginecologa
Specialista in ostetricia e ginecologia e fellow in ginecologia dell'infanzia e dell'adolescenza. Dottore di ricerca in psiconeuroendocrinologia della riproduzione e sessualità umana.