- Introduzione Introduzione
- Cos’è la neuropatia del pudendo? Cos’è la neuropatia del pudendo?
- Segnali da tenere d’occhio (e da non ignorare mai) Segnali da tenere d’occhio (e da non ignorare mai)
- Le possibili cause (e perché è importante conoscerle) Le possibili cause (e perché è importante conoscerle)
- Diagnosi precoce: la chiave per riprendersi la propria vita Diagnosi precoce: la chiave per riprendersi la propria vita
- Trattamenti: sì, si può stare meglio Trattamenti: sì, si può stare meglio
- Ascoltarsi è il primo gesto di amore Ascoltarsi è il primo gesto di amore
C’è un dolore di cui si parla pochissimo, ma che più persone di quanto immagini vivono ogni giorno.
È fastidioso, strano, difficile da spiegare. A volte, è un bruciore, altre un formicolio. Spesso, lo senti “là sotto”, anche se non c’è niente, e pensi che passerà. Ma poi ritorna, soprattutto quando ti siedi o vivi un momento di intimità.
Se ti sei mai trovat* in questa situazione, sappi una cosa: non sei sol*. E no, non ti stai inventando nulla.
Quello che potresti star vivendo si chiama neuropatia del pudendo.
Un nome difficile da pronunciare, ma che sta iniziando a uscire lentamente dall’ombra… e meno male, perché riconoscerla può davvero fare la differenza nella vita di molte persone.
Ma partiamo dall’inizio: cos’è questa neuropatia del pudendo?
Immagina un nervo, piccolo ma importantissimo, che attraversa la zona pelvica e collega il tuo cervello ai tuoi genitali. Si chiama nervo pudendo, e quando si infiamma può iniziare un vero incubo perché è potentissimo.
Pensa che da solo tocca il bacino e connette al nostro sistema nervoso molte aree fondamentali del corpo: genitali, perineo, zona anale.
La neuropatia del pudendo è una condizione medica che colpisce ciò che ci fa provare piacere, ma anche sentire dolore o fastidio.
Il problema nasce quando il nervo pudendo si infiamma, si irrita o viene compresso. In quel caso, iniziano a comparire sintomi tanto invisibili all’esterno quanto impattanti nella vita quotidiana.
Questa forma di neuropatia può colpire chiunque: donne, uomini, persone non binarie… Ma perché se ne parla così poco?
La risposta è semplice e amara: perché riguarda una parte del corpo che, per anni (forse secoli), è stata coperta da silenzi, imbarazzi e tabù.
Il dolore intimo, soprattutto se vissuto da persone con vulva, è spesso minimizzato, ignorato o peggio ancora considerato “normale”.
In realtà, non c’è nulla di normale nel vivere costantemente con una sensazione di fastidio, bruciore o dolore in una zona così delicata e centrale per la qualità della vita, anche dal punto di vista emotivo e relazionale.

Benessere sessuale
Il dolore durante i rapporti ha un nome: dispareunia
Segnali da tenere d’occhio (e da non ignorare mai)
I sintomi? Non sono uguali per tutt*, ma spesso colpiscono la zona genitale, perineale (cioè tra vagina/pene e ano) e anale.
Ricordiamoci che il corpo manda segnali. E quando si tratta di nevralgia del pudendo, quei segnali possono essere davvero particolari.
Alcune persone descrivono una sensazione di bruciore continuo, simile a una scottatura interna; altre, invece, parlano di fitte improvvise, come delle piccole scariche elettriche.
E c’è chi dice di avvertire un corpo estraneo, come se ci fosse qualcosa incastrato tra le gambe, anche se in realtà non c’è nulla.
Altr* ancora raccontano di dolori che compaiono solo quando sono sedut*, magari alla scrivania o in auto, e che spariscono solo se si sdraiano o si alzano in piedi.
Infine, altr* parlano di formicolii, intorpidimenti o alterazioni della sensibilità nelle aree innervate dal nervo pudendo.
Questi sintomi, per quanto possano sembrare “strani” o difficili da raccontare, sono tutt’altro che rari.
Spesso, interferiscono con la vita sessuale, rendendo dolorosi i rapporti o spegnendo completamente il desiderio per paura del dolore.
Ma non è solo una questione di sesso: anche sedersi, andare in bici, indossare certi vestiti o semplicemente restare in una posizione per troppo tempo può diventare un problema.
A volte si aggiungono anche problemi nel fare pipì o andare in bagno: dolore, urgenza, o quella fastidiosa sensazione di non essersi svuotat* del tutto.
Tutto questo può avere un impatto enorme sull’umore, sull’autostima e sulle relazioni.
Il rischio più grande? Normalizzare tutto. Pensare che “passerà da solo”.
Oppure, convincersi che si tratta solo di stress. Perché non è così. E più passa il tempo senza una diagnosi corretta, più il dolore può cronicizzarsi e diventare ancora più difficile da trattare.
Le possibili cause (e perché è importante conoscerle)

Capire cosa scatena la neuropatia del pudendo è fondamentale per affrontarla.
Le cause possono essere tante, e spesso si combinano tra loro. In alcune persone, tutto inizia dopo un parto complicato, in cui il nervo viene messo sotto pressione.
In altre, a provocare il problema può essere uno sport praticato in modo intenso e ripetitivo, come il ciclismo o l’equitazione, che sottopongono la zona pelvica a un costante sfregamento e compressione.
Ci sono poi i casi in cui la neuropatia compare dopo un intervento chirurgico, magari per emorroidi, prolasso o altre patologie pelviche.
E ci sono situazioni in cui la causa è più subdola: posture scorrette mantenute per troppo tempo (come stare sedut* davanti al pc senza pause), indumenti troppo stretti, o anche sedie rigide e dure che comprimono la zona giorno dopo giorno.
A volte, la nevralgia del pudendo può anche essere legata a condizioni neurologiche più complesse, oppure a un’ipersensibilità del sistema nervoso.
Ma in tutti i casi, una cosa è certa: non è colpa tua. Nessuno dovrebbe sentirsi in difetto perché prova dolore.
Il corpo richiede attenzione, e merita ascolto senza colpevolizzazioni né giudizi.
Diagnosi precoce: la chiave per riprendersi la propria vita
Una delle difficoltà maggiori, quando si parla di neuropatia del pudendo, è arrivare alla diagnosi.
Molte persone passano mesi, se non anni, saltando da un medico all’altro, tra visite ginecologiche, urologiche o proctologiche, senza mai trovare una risposta concreta. E in quel tempo il dolore resta, cresce, si insinua nella quotidianità.
Per questo è fondamentale non mollare. Chiedere una valutazione specialistica, rivolgersi a professionist* espert* in dolore pelvico cronico, fare esami mirati.
Devo avvertirti: non esiste un test “definitivo”, i maggiori esperti si affidano a una combinazione di segnali, ascoltano attentamente e provano a comprenderti con delicatezza e pazienza.
Il primo passo è una visita approfondita per parlare al medic* specializzat* tutti i sintomi: dove fa male, da quanto tempo, se il dolore peggiora in certe posizioni, se ci sono fastidi durante i rapporti o durante la defecazione, formicolii o strane sensazioni.
È importante anche escludere altre possibili cause con sintomi simili, come endometriosi, cistiti, prostatiti o problemi muscolari.
Poi si passa alla visita fisica, dove si controlla la zona pelvica per capire se il dolore si attiva toccando certi punti o se ci sono tensioni nei muscoli del pavimento pelvico.
Per completare la diagnosi, si possono fare esami come l’elettromiografia, che controlla l’attività del nervo, oppure infiltrazioni locali con anestetico, che aiutano a capire se il nervo è davvero la causa. Anche una risonanza magnetica può servire per escludere altri problemi.
La diagnosi, spesso, richiede più di un punto di vista.
Trattamenti: sì, si può stare meglio
La buona notizia è che la nevralgia del pudendo si può trattare. La soluzione non è immediata, ma esistono percorsi efficaci.
A seconda dei casi, si può ricorrere a fisioterapia pelvica specializzata, a terapie farmacologiche per modulare il dolore, a infiltrazioni mirate, o, in situazioni particolarmente complesse, a piccoli interventi chirurgici per decomprimere il nervo.
Ma il primo passo, sempre, è dare dignità al dolore. Riconoscere che esiste. Che non sei pazz*, non sei fragile, non sei esagerat*. Sei solo una persona che sta vivendo qualcosa di reale e che ha il diritto di sentirsi meglio.
Quando parliamo di salute intima, non possiamo ignorare il legame profondo tra corpo, emozioni e sessualità.
La neuropatia del pudendo non è solo una questione fisica: spesso colpisce proprio lì dove dovrebbe esserci piacere, libertà, contatto. E allora si crea un cortocircuito, un senso di frustrazione o di distanza.
Ed è proprio in quei momenti che serve più empatia, più ascolto, più delicatezza verso se stess* e verso l’altr*.
Ascoltarsi è il primo gesto di amore
La neuropatia del pudendo non deve restare un tabù. Parlarne è il primo passo per rompere il silenzio e costruire consapevolezza.
Se senti che qualcosa non va, se il tuo corpo ti sta lanciando segnali che non riesci a decifrare, non ignorarli. Non minimizzare. E, soprattutto, non sentirti sol*.
C’è un mondo di persone là fuori che sta vivendo esperienze simili alle tue, anche se spesso lo fa in silenzio.
Ma ogni volta che scegli di ascoltare il tuo corpo, di cercare risposte, di prenderti cura della tua salute, stai facendo qualcosa di incredibilmente potente: stai scegliendo te stess*.
Perché la salute intima non è un lusso, non è un tabù, non è qualcosa di cui vergognarsi. È un diritto. È un valore. È amore.
Arianna Trabalzini
Content Creator

Arianna Trabalzini, laureata in Comunicazione è una Social Media Manager e Content Creator. Attraverso i suoi canali social, racconta la sua esperienza sensibilizzando sulla salute intima e le malattie invisibili.