La vaginoplastica è uno degli interventi più richiesti nel percorso di affermazione di genere, in particolare da persone trans che desiderano sentirsi finalmente in sintonia con la propria immagine e il proprio vissuto rispetto all’identità femminile.

Si tratta di una delle tappe possibili, ma non obbligatorie, della transizione. Se te ne stai interessando, o vuoi semplicemente saperne di più in merito alla vaginoplastica, sei nel posto giusto.

Qui di seguito ti spieghiamo cos’è, come funziona il percorso clinico, a chi puoi rivolgerti e quali sono i punti fondamentali da conoscere.

Cos’è e cosa comporta?

La vaginoplastica è un intervento di chirurgia genitale che ha l’obiettivo di costruire una vagina a partire dai genitali maschili e risulta spesso scelta da persone trans femminili (MtF, male to female).

L’intervento può includere la creazione di una neovagina (canale vaginale), delle piccole e grandi labbra, e di un clitoride sensibile ricavato dal glande.

Ogni percorso è diverso: è importante tenere conto di questo, nella consapevolezza che i bisogni profondi possono essere differenti ed è sempre necessario un ascolto autentico, sia di sé, sia quando ci racconteremo ai professionisti.

La tecnica più usata in Italia è quella dell’inversione peniena, ma esistono anche varianti con innesti di tessuti addominali o intestinali (soprattutto nei casi in cui la prima tecnica non sia possibile).

La procedura è complessa e richiede un’équipe esperta, oltre che un’attenta preparazione fisica e psicologica.

Percorso clinico e psicologico

La vaginoplastica non è un intervento che si può richiedere da un giorno all’altro: prima c’è un percorso multidisciplinare, strutturato e regolato da linee guida precise.

In Italia, si seguono i criteri stabiliti dagli Standard of Care della WPATH (World Professional Association for Transgender Health), in linea con il documento tecnico dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS).

Prima di arrivare all’intervento, è prevista:

  • Una diagnosi di disforia di genere o incongruenza di genere;
  • Una valutazione psicologica per accertare la consapevolezza e la motivazione personale;
  • L’avvio di una terapia ormonale (se richiesta);
  • Un periodo di “real life experience” consigliato, ovvero vivere il genere sentito nella quotidianità;
  • Il consenso informato firmato dopo una valutazione con l’équipe chirurgica.

Tutte queste fasi non hanno una durata fissa: dipenderà dal percorso di ciascuno, dal centro a cui ci si rivolge e dalle tempistiche delle singole strutture.

Dove si effettua in Italia

Dove fare vaginoplastica in italia

In Italia esistono centri ospedalieri pubblici e cliniche specializzate che effettuano la vaginoplastica.

Tra i principali ci sono:

  • Ospedale San Camillo di Roma
  • Ospedale Careggi di Firenze
  • Policlinico di Milano
  • Ospedale Sant’Orsola di Bologna
  • Ambulatorio Disforia di Genere - Psichiatria - Ospedali Riuniti Foggia
  • Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana Cisanello a Pisa
  • Centro Interdipartimentale Disforia di Genere Molinette (CIDIGEM) - AOU Città della Salute e della Scienza di Torino
  • Centro Regionale di Riferimento per la Disforia di Genere - AOU Policlinico Bari
  • AOU Policlinico "Paolo Giaccone" a Palermo
  • Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica – Ospedale di Cattinara a Trieste

Questi centri fanno parte del sistema sanitario nazionale (SSN), quindi l’intervento può essere coperto, totalmente o parzialmente, dal servizio pubblico, in base alle valutazioni cliniche.

È, però, necessario presentare una documentazione completa, con le diagnosi e le valutazioni multidisciplinari richieste.

I tempi d’attesa possono essere lunghi, ma è importante non scoraggiarsi: anche solo prendere un primo appuntamento può aiutarti a capire i prossimi passi.

Ricorda che nel frattempo puoi sempre chiedere supporto a uno sportello LGBTQIA+ del tuo territorio.

L’obiettivo sarà doppio: orientarti meglio e sentire un sostegno capace di dare forza e resilienza al tuo percorso, anche nei momenti di difficoltà.

Supporto e post-operatorio

Dopo l’intervento inizia una fase delicata e importante: il recupero fisico e psicologico.

Dal punto di vista medico, è prevista una degenza ospedaliera e un periodo di riabilitazione domiciliare, che può includere medicazioni, dilatazioni vaginali e fisioterapia pelvica.

Dal punto di vista emotivo, è fondamentale poter contare su un supporto psicologico: ogni corpo reagisce in modo diverso.

Inoltre, l’immagine di sé può trasformarsi nel tempo progressivamente, per questo è fondamentale imparare a prendersi cura di sé con pazienza e dolcezza.

Ci sono associazioni come MIT – Movimento Identità Trans (Bologna), Consultorio Transgenere di Torre del Lago, AGEDO, Arcigay, che offrono gruppi di ascolto, consulenze gratuite e spazi sicuri per condividere domande e vissuti.

Se ti stai informando sulla vaginoplastica, sappi che non sei sol*: oggi esistono percorsi medici e psicologici strutturati per accompagnarti in ogni fase della tua scelta.

Ogni corpo è valido, ogni vissuto è unico

La transizione è un viaggio profondo che ha bisogno di tempo, ascolto, rispetto e cura.

Chiedere informazioni, confrontarsi con chi c’è passato o parlare con un* professionista può aiutarti a capire cosa desideri davvero.

E ricordati: non c’è un unico modo di essere se stess*.

Per maggiori informazioni sui contatti utili è possibile consultare:

articolo a cura di

Paola Toia

Lifestyle & Wellness Editor

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Content Editor e Digital Specialist laureata in Lingue e Comunicazione. Scrive e si occupa di social strategy e coaching in ambito content marketing. Online racconta la sua vita tra viaggi, famiglia e lavoro.