- Introduzione Introduzione
- Che cosa sono i disturbi dell’alimentazione? Che cosa sono i disturbi dell’alimentazione?
- Come smascherare queste realtà e affrontare il discorso? Come smascherare queste realtà e affrontare il discorso?
- Quali sono le cause dietro a un disturbo dell’alimentazione? Quali sono le cause dietro a un disturbo dell’alimentazione?
- Come affrontare i disturbi dell’alimentazione? Come affrontare i disturbi dell’alimentazione?
- Quali sono i segnali che può esserci un disagio verso il cibo? Quali sono i segnali che può esserci un disagio verso il cibo?
Se fino a pochi anni fa non se ne parlava (e spesso non se ne aveva nemmeno consapevolezza) oggi la riflessione sull’alimentazione è diventata molto più capillare.
Ora sappiamo quanto questa materia sia complessa e ricca di sfumature, spesso nascosta sotto l'apparente normalità delle nostre vite e capace di crescere silenziosamente nell'ombra.
I disturbi alimentari costituiscono spesso un fenomeno invisibile ed è proprio per questo che continuiamo ad aver bisogno di smascherarli e smascherarci: per vivere il corpo alla luce di una consapevolezza nuova.
Che cosa sono i disturbi dell’alimentazione?
Il Ministero della Salute li definisce DNA, “Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione”.
Questa parola cerca di identificare la condizione in cui si viene a creare un rapporto con il cibo disfunzionale, causato da un’ossessione per il peso e per la forma corporea.
Purtroppo la percentuale di persone che soffre di questi disturbi è in aumento, e a soffrirne sono sempre i più giovani.
Per esempio, un campanello d’allarme da notare è la preoccupazione costante verso l’alimentazione, che diventa eccessiva e forte causa di ansia.
Negli ultimi anni abbiamo imparato a parlarne di più e osservare situazioni di disagio che prima risultavano impercettibili: continuare a parlarne e affrontare la situazione se qualcuno di fianco a noi mostra questi segnali è importante perché intervenire al più presto aiuterà in maniera determinante a ritrovare un equilibrio.
Principalmente, quando parliamo di disturbi dell’alimentazione abbiamo a che fare con anoressia nervosa, bulimia nervosa, o BED, binge eating disorder, disturbo da alimentazione incontrollata.
Ma attenzione, spesso le persone che attraversano queste difficoltà con il cibo all’esterno potrebbero non mostrare affatto caratteristiche allarmanti: per anni la situazione potrebbe sembrare sotto controllo, tuttavia al di là della superficie potrebbe nascondersi un rapporto problematico con il cibo.
Come smascherare queste realtà e affrontare il discorso?
Per esempio, un campanello d’allarme da notare è la preoccupazione e un nervosismo costante verso l’alimentazione, che diventa eccessiva e forte causa di ansia, e la ricerca continua di scuse per evitare di mangiare in compagnia.
I segnali però possono essere vari e diversi per ogni individuo: certamente è necessario avere molto senso dell’osservazione, oltre a empatia e delicatezza nell’affrontare il discorso quando si tratta di un’amica, un amico, o di un familiare.
Quali sono le cause dietro a un disturbo dell’alimentazione?
A volte accade di far notare a una persona il successo della sua nuova dieta, o di una nuova forma fisica.
Ma siamo davvero sicuri che quel risultato sia frutto di un percorso felice?
Nella società in cui viviamo la magrezza è l’obiettivo finale, collegato al successo di un’immagine vincente, che sembra assicurare l’esistenza di un corpo felice e sano, ma si tratta di un terribile inganno.
Anche i social, con la loro superficiale perfezione fatta di filtri, foto modificate ed esempi di diete e abitudini alimentari estreme, sono un’ulteriore fonte di malsana ispirazione per chi, già di per sé, vive con il proprio corpo un rapporto difficoltoso, promuovendo ideali di bellezza irrealistici.
Ogni corpo è unico e prezioso e ha caratteristiche uniche che non sempre possiamo inserire in una categoria ben precisa ed è questo il bello.
Ma soprattutto in fasi dell’esistenza delicate, come l’adolescenza, è difficile accorgerci della meravigliosa bellezza che ha il nostro corpo; lo vediamo brutto, sgraziato, sicuramente diverso dalle immagini patinate che troviamo ovunque, dal mondo online alle pagine di una rivista.
Un po’ come se basassimo il valore della nostra persona solamente ed esclusivamente sulla bellezza e la magrezza del nostro corpo.
Ci vogliono anni - e ci vorrebbe un’educazione differente in famiglia e a scuola - per saper dare alla bellezza nuove definizioni.
Sebbene il rapporto nei confronti del cibo possa assumere comportamenti diversi, dietro ai disturbi alimentari c’è un comune denominatore ed è l’immagine corporea, che diventa alterata e distorta.
Fra le cause legate a questi disturbi troviamo:
- Bassa autostima;
- Difficoltà legate alle relazioni d’amore o i rapporti familiari;
- Senso di perfezionismo;
- Trovarsi continuamente sotto giudizio;
- Eventi stressanti e ansia.
Sentirsi giudicat* e dover vivere situazioni non facili all’interno dell’ambiente in cui ci troviamo, che sia a scuola, in famiglia o, per gli adulti, al lavoro, può avere conseguenze importanti a livello fisico e psichico.
Oggi sappiamo che fattori socioculturali, psicologici e biologici, per esempio di neurotrasmettitori come la serotonina, si influenzano a vicenda creando l’effetto di un cortocircuito.
Come affrontare i disturbi dell’alimentazione?
Troppo magr*, troppo grass*, quante volte ci capita di sentire questa osservazione?
Ma non è solo questione di aspetto esteriore: impariamo a notare come ci sentiamo “dentro” anziché dare importanza sempre e solo all’aspetto.
Come ti senti dopo aver mangiato? Com’è il tuo rapporto con il senso di sazietà o, viceversa, con la fame?
Quando rispetto al cibo c’è la sensazione di perdere il controllo o di preoccupazione costante, è il momento di iniziare a lavorare su questi aspetti e recuperare un rapporto più equilibrato con l’alimentazione.
La prevenzione dei disturbi alimentari passa attraverso l’educazione alla consapevolezza verso le proprie emozioni, il corpo e una bellezza più autentica.
Quali sono i segnali che può esserci un disagio verso il cibo?
Spesso il rifiuto di mangiare in pubblico, l’ossessione verso le calorie e cibi ipocalorici; a volte chi ha un disturbo di questo tipo cucina grandi quantità di cibo, ma ne mangia solo una piccola parte.
Ed è così che lo specchio e la bilancia, anziché strumenti utili, diventano compagni di un incontrollabile ossessione.
Come e dove possiamo trovare un valido aiuto per uscire da questo tunnel ossessivo?
Esiste il numero verde 800 180 969, dedicato ai disturbi alimentari.
Si tratta di un servizio gratuito di counseling telefonico: chi lo contatta può ricevere informazioni, supporto e aiuto, oltre a trovare le strutture di zona più vicine.
Secondo i dati del Ministero della Salute il periodo più critico per l’esordio di bulimia e anoressia è fra i 15 e i 19 anni, tuttavia questa età tende a diminuire e sono più frequenti gli esordi precoci, anche fra bambini.
Oltre a un lavoro sull’alimentazione, nel trattamento dei disturbi alimentari risulterà fondamentale una terapia a livello psicologico: l’approccio terapeutico multidisciplinare è ciò che consentirà alla persona di ritrovare un equilibrio in questa complessa e delicatissima materia che è l’alimentazione.
Perché il cibo è “sopravvivenza” ma, come sappiamo, il cibo è anche tramite di emozioni, informazioni, vita, proprio come il nostro corpo.
Ed è per questo che abbiamo bisogno di un lavoro continuo su noi stess* per vedere il nostro corpo come un prezioso alleato, anziché come un nemico.
Disturbi alimentari: comprendere, affrontare e guarire insieme
Anche se i disturbi alimentari sono sfide difficili, con il giusto aiuto e il supporto di chi ci sta vicino è possibile guarire e tornare a vivere una vita sana e felice.
Il primo passo è essere onest* con noi stess*, parlarne alle persone che ci vogliono bene e non vergognarci di rivolgerci a dei professionisti, per riprendere in mano la nostra vita.
È importante riconoscere che il nostro valore va oltre l’aspetto fisico e che ognuno di noi merita una vita serena e appagante. Con pazienza, amore e professionalità, si può riscoprire una relazione positiva con il cibo e con il proprio corpo.
Non arrenderti mai: il cammino verso la guarigione è possibile e meriti di viverlo.
Redazione
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