La vulvite è l’infiammazione della vulva, la parte esterna dei genitali femminili che comprende le grandi labbra, le piccole labbra e il clitoride.

Per la sua particolare posizione anatomica, una vulvite può scatenarsi in seguito a problemi urinari, del tratto genitale o della pelle. Fattori predisponenti sono le infezioni, le reazioni allergiche e le lesioni traumatiche.

I sintomi sono: arrossamento, irritazione, bruciore, prurito, dolore e gonfiore. La diagnosi si basa sull’esame obiettivo e, in caso di origine infettiva, sull’identificazione dei microrganismi patogeni. Qualora l’infiammazione coinvolga anche la vagina si parla di vulvo-vaginite.

La vulvite può essere anche di tipo non infettivo. In questo caso può essere scatenata sia da stress di tipo meccanico, per cui tende ad aggravarsi con i rapporti sessuali, sia da stress indotto da sostanze chimiche. In questo ultimo caso il contatto diretto con gli allergeni scatena una reazione di ipersensibilità.

La vulvite è favorita da alcune condizioni: la gravidanza, il ciclo mestruale, l’incontinenza urinaria, l’obesità, terapie antibiotiche, il diabete e l’immunodepressione. Anche alcune abitudini possono provocare l’alterazione della barriera cutanea a livello vulvare e il sopraggiungere della vulvite. Ad esempio: l’utilizzo di abiti o biancheria intima stretti e costituiti da materiale sintetico e non traspirante, l’uso di assorbenti poco traspiranti, l’utilizzo di detergenti aggressivi.

Redazione Mettiche

Ultimo aggiornamento: 11 febbraio 2020

Voto Medio Utenti (4/5)