Citomegalovirus o CMV è un virus appartenente alla famiglia degli Herpes virus, responsabili della varicella, dell’Herpes simplex labiale e genitale e della mononucleosi.

L’infezione da Citomegalovirus o CMV è molto diffusa e colpisce chiunque.

Molte infezioni da CMV sono silenti, ovvero chi è infetto non sa neanche di esserlo, in quanto non compare alcun sintomo. Basta però essere stati infettati una volta perché il virus non ci abbandoni più. Rimane inattivo nell’organismo, per riattivarsi non appena le difese immunitarie si abbassano.

Come avviene la trasmissione?

Per contatto diretto con saliva, urina, liquido seminale, secrezioni vaginali, sangue. Trapianti di organi infetti e trasfusioni. Da madre a feto durante la gravidanza e da madre a figlio durante l’allattamento.

Sono a rischio i rapporti sessuali non protetti con una persona infetta e i baci sulla bocca. Il contagio può avvenire anche da mani sporche di fluidi infetti, che poi vengano a contatto con la bocca e gli occhi.

Va sotto il nome di infezione congenita quella trasmessa da madre a feto nel corso della gravidanza. L’infezione materna può essere non primaria, cioè una donna già venuta a contatto con il virus può trasmetterlo al feto o per riattivazione del virus latente o per reinfezione (ovvero per infezione da nuovo ceppo virale); o primaria. In tal caso la madre viene infettata per la prima volta. Il rischio per il feto è maggiore se la trasmissione avviene nei primi tre mesi di gravidanza.

Che sintomi presenta il CMV?

Adulti e bambini contagiati da Citomegalovirus possono non mostrare sintomi. Quando questi compaiono sono di lieve entità. Si può avere febbre, mal di gola, affaticamento e ingrossamento dei linfonodi.

I bambini contagiati durante la gravidanza e quindi prima della nascita, possono non presentare alcun sintomo anche per anni. Quando presenti possono essere temporanei o permanenti e molto gravi.

Diagnosi e trattamento

Per rilevare l’infezione da Citomegalovirus possono essere eseguiti tests specifici di laboratorio su sangue o urina. Esami sierologici possono evidenziare la presenza di anticorpi. Molte infezioni in realtà non vengono diagnosticate essendo assente la sintomatologia, ma chi è stato contagiato ha sviluppato anticorpi antiCMV. Le persone immunocompetenti (ovvero sane) non necessitano di un trattamento terapeutico, invece la terapia con farmaci antivirali può essere utile per controllare l’infezione nelle persone immunodepresse.

Nel corso della gravidanza può essere eseguita l’amniocentesi o l’analisi del sangue fetale, per individuare la trasmissione del virus al feto.

Per definire un’infezione congenita in un neonato, si esegue la ricerca del virus nell’urina, nella saliva o nel sangue, nelle prime tre settimane di vita. Attualmente non si dispone di trattamenti efficaci che possano contrastare la trasmissione madre-feto.

Come si può prevenire?

Rispettando le basilari norme igieniche, come il lavaggio accurato delle mani con acqua calda e sapone prima di mangiare, dopo essere andati in bagno, dopo aver cambiato il pannolino ad un bimbo piccolo. Particolare attenzione deve essere posta dalle categorie a rischio più elevato: donne in gravidanza, immunodepressi e bambini piccoli.

Rispettare le regole del sesso sicuro, tenendo presente che il profilattico non protegge dai virus contenuti nella saliva o altri fluidi.

Per un approfondimento visita il sito dell’Istituto Superiore di Sanità 

Redazione Mettiche

Ultimo aggiornamento: 30 marzo 2020

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